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  • Immagine del redattoreFrancesca Chelli

Milano, ti voglio bene


Ieri sera il mio abbigliamento nero e oro era in accordo con il regolamento comunale, secondo il quale tutti gli esercizi all’interno della Galleria devono avere le scritte delle insegne color oro su sfondo nero.

A parte questo mio omaggio personale al Salotto - dove da piccola una volta rovesciai l'intero contenuto del mio panierino sulle famose palle del toro perché non ci volevo camminare sopra - ieri sera il tributo alla Galleria è stato quello di una città intera che unita attraverso le sue istituzioni e le sue attività commerciali ha celebrato un anniversario importante ed ha contribuito con la propria vocazione altruista ad aiutare i più bisognosi.

Una serata molto elegante e raffinata ma sobria allo stesso tempo, come nelle migliori tradizioni milanesi, durante la quale ho personalmente provato molta emozione e orgoglio nel far parte di questa comunità attenta e impegnata, seria ma divertente, generosa e collaborativa.

Tutto il personale che lavorava sodo era sorridente e, si vedeva dagli occhi, felice di poter partecipare a questo pezzo di storia - sì di questo parliamo. Non oso pensare che cosa abbia significato dietro le quinte preparare e dare da mangiare a più di 900 invitati un riso perfettamente al dente, un osso buco che confesso aver divorato pur non essendo una carnivora, tanto era buono, e uno stupendo panettoncino farcito, golosa come sono ne avrei chiesto un altro...

La Galleria Vittorio Emanuele secondo me è donna e celebra l'apertura al mondo che Milano ha sempre avuto.

Infatti i 4 continenti raffigurati nelle lunette ai quattro bracci in cima alle pareti sono rappresentati da figure femminili, accuratamente vestite.

Io ci leggo quindi anche l'eleganza, non solo di stile ma di modi che questi simboli vogliono comunicare. Lo classe e la raffinatezza delle varie parti di questa Galleria, riportate a nuova luce dalla recente ristrutturazione. Come ad esempio la meravigliosa pavimentazione in marmi a mosaico, che ieri sera risplendeva ancora di più e che non smettevo di ammirare.

Lo stile di Milano è ineguagliabile, e non lo diciamo con altezzosità ma con rispetto e spirito di inclusione, due aggettivi che ben definiscono l'anima caritatevole ambrosiana che ha pervaso questa serata.

Del resto è attraverso le attività commerciali e il duro lavoro che Milano ha costruito la propria solidità economica - e la Galleria ne rappresenta il simbolo, in quanto fu proprio a Milano nell'800 che venne per la prima volta l'idea di costruire una via commerciale che collegasse piazza Duomo a piazza della Scala, un simbolo tangibile della unicità e della innovazione in Italia e nel mondo, in anticipo persino su città come Londra, Parigi o Bruxelles. A quel tempo in Galleria c'erano i lumi a gas, ogni sera accesi con un grande accendisigari, una nota romantica raccontata nel suo discorso dal Sindaco di Milano che ha sottolineato il grande impegno e l'ingegno di tutti in questa città.

Milano, lo so, forse sono di parte ma non smetti mai di commuovermi e, giuro, lo sto scrivendo con un po' di magone nel cuore .... Lo sapevate che 'magone' è una parola di origine longobarda?

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