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  • Immagine del redattoreFrancesca Chelli

E adesso posti le Foto su Instagram?


'Ma non facevi la Manager? E adesso fai anche le foto su Instagram?'. Spesso questa è la comprensione e la traduzione semplificata di quanto ho intrapreso da parte delle persone.

Col tempo sono riuscita a far capire ai miei familiari di cosa si tratta, ed ancora ci sono aree grigie, oltre a un certo malcelato fastidio verso un'attività che è praticamente un lavoro a tempo pieno e pertanto materia delicata quando invade gli spazi personali.

Ma che cos'è essere "blogger" o "influencer"?

Un'attività che apparentemente sembra una cosa facile da realizzare ma che invece presuppone, per come la interpreto io, una serie di competenze maturate attraverso una base culturale, l'esperienza di manager, un certo senso dello stile, una capacità organizzativa e ritmi sostenuti.

Si sta di fatto affermando come una nuova disciplina che per essere realizzata necessita di approfondire a priori competenze in vari settori dell'attività umana.

Ad esempio devi pensare a declinare il tuo stile ogni volta in maniera diversa, pianificare i contenuti, avere i capi e gli accessori da fotografare, che siano propri o che si ricevano da qualche azienda, bisogna scegliere la location, programmare gli scatti fotografici in orari consoni, organizzare il fotografo (che sia professionista, un congiunto compiacente o un amico generoso), costruire ed inventare una storia che sia croccante, rispondere ai messaggi dei 'followers' che arrivano ovunque e in ogni momento, promuovere commercialmente la propria immagine con le aziende. Tanto per citare alcune delle attività.

E tutto questo costituisce un ruolo preciso e talora complesso, che all'inizio non si può delegare a nessuno.

Inoltre, e questa è anche una bella particolarità per quel che mi riguarda , c'è il fatto che non sono una ragazzina che sta con i genitori o una single che non deve preoccuparsi che di sé stessa facendo la fashion blogger.

Ho una vita e una famiglia da orchestrare con i suoi ritmi e le sue caratteristiche, due figlie da seguire, tre cani e non ultimo un marito da gestire su tutta questa faccenda, cosa che può avere anche risvolti divertenti, ma non sempre facili.

C'è poi anche il punto che ho una certa formazione professionale e ogni tanto mi viene da spiegare a certi interlocutori che per fare comunicazione ci vuole una strategia precisa, comprensiva della corretta definizione del brand, del target che si vuole raggiungere, del messaggio che si vuole passare.

Infatti questo è il nuovo metodo di comunicare e che certe aziende siano avanti o indietro nell'averlo compreso, è il presente e sarà il futuro del marketing e della comunicazione pubblicitaria.

A quella che era l'advertising classica dettata dalle aziende ai consumatori si è aggiunto nel tempo l''Experience marketing' che cerca di rendere i consumatori protagonisti ma sempre con il 'controllo' da parte dell'azienda. Ora siamo nell'era dell' 'Influential marketing' promosso da singoli individui che hanno acquisito un ruolo trainante per le scelte di acquisto, individui con i quali le aziende devono fare i conti, essendo essi un veicolo molto potente grazie al ruolo dei social networks.

Si chiamano influencers. Possono essere delle celebrità dello spettacolo, e allora è più facile che vengano accreditate, diventa quasi un effetto automatico - sei famoso allora quello che ti metti addosso e che fai è cool.

Più complesso è costruirsi un'autorevolezza dal nulla, di fatto basata soltanto sul proprio senso del gusto, sui contenuti e i messaggi che si intende veicolare, sulle proprie scelte quotidiane di abbigliamento o di vacanza e sulla condivisione delle stesse con un pubblico ampio e variegato.

Ma che cos'è che attira i cosiddetti seguaci e fa diventare influencer una persona normale?

Due sono gli elementi che contano a mio parere e costituiscono il cuore di tutto il progetto: l'autenticità - io sono proprio quella lì, se mi incontri al supermercato sono vestita come mi vedi in foto - e il messaggio che si vuole dare: un suggerimento, una parola di leggerezza, un contenuto poetico, un'ispirazione, in ogni caso un'emozione che tocchi delle corde e che faccia condividere un approccio alla vita, riflettendo sempre i propri sentimenti ed il proprio carattere.

Che si traduce poi in scelte di stile e quindi di consumo. Perché nasce tutto sempre dalle emozioni.

E poi servono tutta una serie di software che vanno dal 'lanciarsi in rete senza rete', ossia dell'esporsi senza avere la certezza di piacere, dall'evitare di auto-celebrarsi, rischio molto facile, dal mostrarsi senza essere o sentirsi ridicoli, dall'essere pronti a venire criticati e comunque non vacillare, dall'essere alla mano senza tirarsela, pur mantenendo una certa allure e un po' di distanza.

Il tutto costruendo una storia che incuriosisca e fidelizzi chi ti segue.

L'obiettivo è in pratica diventare un riferimento quotidiano per tante persone su vari argomenti.

Vi pare poco?

Le foto dell'articolo sono state scattate a:

Milano e dintorni

New York, Public Library

Nova Ponente, Sud-Tirolo

Roma, Hotel Waldorf Cavalieri Hilton

Venezia, Canal Grande

Zurigo, Stazione Centrale

Parigi, Piramide del Louvre

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