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  • Immagine del redattoreFrancesca Chelli

Come 'Pariser' senza Colette?


Nel 1997 abitavo a Bruxelles e con il Thalys, il treno che allora la congiungeva con Parigi in un'ora e venti, avevo scoperto Colette poco prima di Natale di quell'anno, quando era stata appena aperta.

Da quel momento in poi ogniqualvolta sono passata da Parigi non ho mai mancato un pellegrinaggio in questo super cool Concept store, che proprio ieri 13 luglio ha annunciato di chiudere il 31 dicembre prossimo.

Ci avevo fatto un salto ai primi di luglio, in occasione dell'Haute Couture e avevo fatto uno scatto ad una T-shirt con una scritta che mi aveva incuriosita, 'Pariser', un verbo che soltanto Colette può declamare.

Circa vent' anni fa per lavoro avevo avuto a che fare con Corso Como 10 a Milano, anch'esso a quell'epoca agli inizi della sua avventura, e anch'esso adesso in procinto di chiudere.

Perché questi iconici "Concept Stores" che hanno marcato svariate epoche nel mondo del lifestyle e della moda sono arrivati al capolinea? Colette è riuscita ad essere sempre molto attiva nelle vendite, grazie sicuramente al suo curatissimo mix di prodotti e di collaborazioni esclusive e innovative con i marchi, diventando il posto da visitare per tutti coloro alla ricerca dello stile e dei trends. Adesso è triste sapere che chiuderà i battenti, lasciando anche Parigi sguarnita di un'icona.

Non conosco i motivi specifici di questa chiusura, tuttavia non sono tempi facili per il business in generale e neanche per Parigi ultimamente, e forse è arrivato il momento per questo modello avanguardista di non essere più in grado di sostenere il proprio concept così come era stato concepito.

La velocità dei mezzi di comunicazione digitale ha tolto spazio all'essenza di uno store dove una volta si trovavano tutte le novità assolute, che adesso invece compaiono più velocemente in un post su Instagram o su altri social networks, e diventano virali in un attimo, potendo anche magari essere acquistati online.

Sono inoltre sempre più numerosi i vari brands che hanno aperto i propri negozi monomarca, volendosi gestire in autonomia la propria parte commerciale.

Nello stesso tempo i tempi della moda e del lifestyle sono ormai velocissimi - e abbiamo assistito addirittura a stilisti che hanno fatto un passo indietro perché non ne reggevano i ritmi - così come l'inventarsi sempre collaborazioni esclusive è impegnativo sia nei tempi di ideazione che di realizzazione, non sempre poi arrivando a portare un ritorno economico soddisfacente.

Da qualche tempo forse le ispirazioni arrivano più dalle persone - influencers o testimonials - che attraverso i social media si dimostrano molto più veloci ed efficaci a comunicare le tendenze e le novità della moda, celebrities che prese singolarmente hanno più seguaci di quanto ne riescano ad avere queste realtà seppur molto note.

Insieme a un cambiamento drastico del modello di consumatore che sta contribuendo a dare una nuova forma al mercato, molto più basata sull'espressione dell'individualità di singoli aperti alla contaminazione come emanazione del proprio essere e non perché dettata da altri, tutti elementi che hanno sicuramente cambiato lo scenario.

Sostenere i costi per essere in una certa posizione, la necessità di avere un assortimento molto ampio, insieme all'impegno incessante nel dover lanciare progetti stupendi e creativi, forse hanno portato l'icona di Rue Saint-Honoré a questa difficile decisione.

O ancora la sua unicità e insieme la sua forza hanno forse impedito a questa realtà di evolvere verso un modello molto più fortemente integrato con i sistemi di comunicazione dei social media, dai quali non si può ormai più prescindere.

L'idea di essere il palcoscenico di performances o di display per prodotti unici - come questa Porsche tagliata a metà che era dieci giorni fa al centro del primo piano- è stato senz'altro interessante e innovativo, ma può non essere stato sufficiente per continuare.

Avrò molta nostalgia di quell'emozione che avevo tutte le volte che facevo il mio pit-stop da Colette in un momento libero della mia agenda, per cercare l'oggetto più originale tra candele, caramelle, libri, orologi, e conserverò come un cimelio preziosissimo le mie cuffiette d'oro per l'iphone acquistate due anni fa.

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