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  • Immagine del redattoreFrancesca Chelli

Costruire una cattedrale


Fino alla metà del XIX secolo, gli orologi di Milano erano regolati dalla meridiana del Duomo. Un foro sul soffitto catturava un raggio di luce che cadeva sul pavimento: quando la luce segnava mezzogiorno si dava un segnale e la campana del Cordusio, vicino a Piazza Mercanti, suonava.

Sul mezzogiorno del Duomo si regolavano tutte le attività commerciali. Perfetto sin da allora per una città come Milano, dove le attività sono intense, le persone operose e il tempo non basta mai!

Infatti il tempo a Milano ha un valore estremo. Si è sempre di corsa, si è puntuali agli appuntamenti ma con grande fatica, perché le attività e la frenesia del fare ci perseguitano e affollano le nostre giornate, per lavoro e per piacere.

Milano lavora sempre a ritmi incessanti, si riesce tuttavia a fare tanto perché una delle attitudini principali dei milanesi è la capacità di incastrare tutto, sfruttando fino in fondo le giornate.

La Veneranda Fabbrica del Duomo fu istituita da Gian Galeazzo Visconti nel 1387, allora signore della città, per provvedere alla costruzione della nuova cattedrale, la cui fondazione, fortemente voluta dalla città di Milano, fu appoggiata e promossa dall'Arcivescovo Antonio da Saluzzo.

Più di 100 anni per costruirlo, tant'è che quando un lavoro va per le lunghe a Milano siamo soliti esclamare: 'Ma allora questa è la fabbrica del Duomo!'.

La scelta del marmo e la volontà di realizzare una cattedrale con una forte connotazione di gotico internazionale fecero affluire a Milano lavoratori di sicura esperienza, poi dopo il 1415 il cantiere divenne prevalentemente lombardo. Fu interesse della Fabbrica che il cantiere diventasse scuola, luogo di formazione delle maestranze dove formare e sviluppare i talenti.

Un aspetto che Milano ha mantenuto nel tempo, l'apertura internazionale e la formazione di professionalità da tutto il mondo in tanti settori.

La vedo da sempre, ho il ricordo nitidissimo di esserci salita fino in alto in un ultimo giorno di scuola lontano, eppure passarci davanti per me non è mai banale. E' una cattedrale imponente - la terza in Europa per dimensioni- è bellissima, è bianchissima più della mia gonna- grazie ai continui restauri e alla circolazione delle auto in Corso Vittorio Emanuele, vietata da tanti anni.

Il Duomo e le sue guglie che si intravedono tra la nebbia nelle luci della sera regalano una visione molto romantica, ed è stupendo nelle giornate di sole riflesso dal marmo di Candoglia. Come oggi, una strepitosa giornata invernale, di quelle in cui la Madonnina, piazzata a dominare Milano un anno dopo la conclusione dei lavori, risplende con il suo rivestimento in fogli di oro zecchino. Come i bracciali al mio polso.

Questa cattedrale non ha rappresentato soltanto una enorme valorizzazione per una città di allora - e anche di ora - ma anche per il flusso di persone che convogliava, pellegrini o turisti. Il cantiere del Duomo di Milano fu da subito un’enorme risorsa per la città: assicurò migliaia di posti di lavoro, fu luogo di innovazione tecnologica, di importazione da ogni regione d’Europa di conoscenze e abilità professionali sconosciute fino ad allora in Lombardia, costrinse a sviluppare quelle infrastrutture come i navigli per il trasporto del marmo, che permisero il grande decollo commerciale della città meneghina.

Quindi il popolo milanese mentre edificava il Duomo, contribuiva alla vita economica e all'identità culturale e politica della propria comunità.

Antoni Gaudi, architetto della Sagrada Familia di Barcellona, parlando della sua opera diceva: “Mentre costruisco la Sagrada, costruisco me”.

Non è forse questo un pensiero estendibile a tutti noi? Mentre corriamo operosi e indaffarati contribuiamo ad elevarci, a crescere, ad evolvere e a costruire la migliore cattedrale di noi stessi.

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