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  • Immagine del redattoreFrancesca Chelli

Hai il giusto savoir-faire anche a golf?


Voi tutti sapete come io apprezzi lo stile in ogni occasione, essendo l’espressione del mio spirito.

Oggi ho avuto la splendida opportunità di essere invitata al 73°Open d’Italia di Golf, un evento meraviglioso e perfettamente organizzato, ospitato dal Circolo di Monza, tirato veramente a lucido per l’occasione. Ho seguito i giocatori in campo e mi sono goduta la vittoria di Chicco Molinari dagli spalti della tribuna d'onore!

Ciò che ho apprezzato maggiormente di questa manifestazione è stato lo stile professionale di tutti i giocatori. La loro capacità di mantenersi sempre sotto controllo – a prescindere da quanto accada sul campo. La loro prestazione è un insieme di strategia, capacità tecniche di gioco e attitudine mentale.

La concentrazione è un fattore moltiplicatore del proprio comportamento.

Gioco a golf da dilettante ed ho avuto spesso la possibilità di giocare in svariati bellissimi percorsi sia in Italia che all’estero. Il golf per me è trascorrere del tempo con il mio papà, che mi ha introdotta al gioco, sebbene il mio gioco non sia quotidiano, facendone esperienza e passandola a mia figlia. Nonno, figlia, nipote: qual è un altro sport che come questo permette di stare tutti insieme? In quanti possono fare una gara con il proprio nonno? Quante mamme giocano con il proprio papà? Io lo faccio. Il golf può essere uno sport di famiglia come nessun altro. Generazioni che giocano insieme, ma con un certo stile e comportamento.

Questo non si discute.

So benissimo quanto stimolante sia questo sport e , a parte le abilità tecniche che fanno del golf uno degli sport più complessi in assoluto, la sua difficoltà sta nel mantenere la propria solida consapevolezza, conservando un equilibrio, influenzando gli eventi senza subirli.

Questo sport insegna una cosa importantissima, dal mio punto di vista, ed è la capacità di capire le persone attraverso il loro comportamento lungo le 18 buche.

Quando si gioca a golf con qualcuno si ha la comprensione chiarissima di come questa persona sia nella vita reale. Come gestisce lo stress? Come gestisce il successo? E quando si conoscono questi aspetti di una persona, ecco che allora la si conosce nel profondo del suo essere.

Per questo motivo, il golf sembra essere una vera scuola di vita nella quale imparare a non deprimersi per i fallimenti e a non esaltarsi per i successi, cercando sempre di migliorarsi e di trovare il modo di fare del proprio meglio.

La capacità di gestire la frustrazione è chiave: si può giocare al proprio massimo per le prime nove buche e in un attimo cominciare a giocare al proprio peggio. Bisogna tornare alla lavagna a fare pratica, ma per favore: senza lamentarsi.

Sembra semplice in superficie, ma è veramente difficile da padroneggiare, non solo per quello che riguarda la tecnica, ma soprattutto per l’etichetta.

Ed ecco la vera sfida.

Vedere giocatori dilettanti che gridano dopo un brutto tiro, perdendo la pazienza e innervosendosi perché il loro risultato non è in linea con le proprie aspettative….Questo può essere uno spettacolo veramente spiacevole oltreché la rappresentazione di un comportamento veramente maleducato.

Il golf è una sfida continua su due piani diversi ma collegati. Se si ama una stimolazione intellettuale, il golf la serve su un piatto d’argento, ad ogni buca si devono gestire decisioni e risultati rischiosi o gratificanti.

Questa è la parte divertente del gioco.

Ma ci si deve saper comportare e questa è la regola principale da rispettare.

Ecco che allora guardare con ammirazione al gioco di questi giocatori professionisti dovrebbe ispirare per molti un modello di comportamento per cercare di migliorare la propria attitudine. E non solo sul campo da gioco.…

E voi cosa ne pensate?

Buona settimana a tutti!

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